Per la maggior parte dei prigionieri alleati prigionieri nel Nord Italia, dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, la scelta di prendere la strada per le montagne e la Svizzera fu una scelta obbligata. Alcuni di loro giunsero nella zona del Cusio e si aggregarono ai partigiani.
Tra coloro che preferirono combattere i tedeschi invece di raggiungere la neutrale Svizzera, c'era il Sergente maggiore, Bertram Dyson con altri quattro compagni.
Dyson, probabilmente di origine sudafricana, arruolatosi volontario, era stato fatto prigioniero in Libia e trasferito in un campo di prigionia militare in Alta Italia. Liberato dopo l'8 settembre era stato portato a Milano. Qualcuno l'aveva accompagnato nella zona del Cusio per farlo espatriare con altri ex-prigionieri in Svizzera.
Da qui aveva raggiunto i partigiani di Beltrami a Camasca ed era rimasto con loro assumendo il nome di battaglia di "Giuseppe". Fece amicizia con
Guido Weiller. E' importante ricordare che il sergente Dyson era avvocato ed ebreo.
Un altro soldato inglese, Brown, divenne il braccio destro di "Giuseppe" col nome di battaglia di "Bruno Secondo", mentre un altro ancora, che era radiotelegrafista, poté verificare l'autenticità della prima radio portata dal "Capitano mascherato". Altri ex-prigionieri continuarono a transitare in quelle vallate. L'episodio più eclatante avvenne nei giorni intorno al Natale del 1943, quando
Omegna fu "occupata" per consentire il passaggio di un elevato numero (circa centocinquanta) di ex-prigionieri angloamericani che avevano esplicitamente chiesto di essere accompagnati in Svizzera.
A
Campello Monti giunse, dopo varie peripezie, un altro gruppo di prigionieri alleati, tra cui un tenente della Royal Air Force e un medico che, coadiuvato da Silvana Weiller, prestò la sua opera per soccorrere i partigiani rimasti feriti negli scontri. Silvana e "Giuseppe" incontrarono in quei giorni la
famiglia Schunnach stabilitasi a Forno.
In Valle Strona ebbero una sola volta problemi con un ragazzo inglese, "Jackie", che s'era fatto la ragazza nel periodo milanese ed imprudentemente manteneva una corrispondenza con lei.
Abbandonata la Valle Strona, Dyson non andò subito in Svizzera con il gruppo aggregato alla famiglia Weiller, ma rimase con Guido Weiller nella squadra del "tenente Franco".
Dopo i fatti di
Megolo, malati e impossibilitati a nascondersi, furono costretti a raggiungere la Svizzera attraversando le Centovalli in pieno inverno.
Lì vennero separati e di Dyson e degli altri non si è saputo più nulla. Guido Weiller, diversi anni dopo la guerra, provò inutilmente a cercarlo durante un suo viaggio in Sudafrica.