La liberazione di Cannobio
Il Comando della Piave viene disposto a S. Agata, località dominante da est Cannobio (dove viene anche piazzata una mitragliera da 20 mm e una mitraglia 12,7 mm del Btg Perotti.
Ad ovest sopra Cannero vengono sistemate una mitragliera da 20 mm e una 12,7 mm della Battisti a difesa di un eventuale attacco fascista da Intra: al Centro di attacco altre squadre della Battisti.
Al mattino del 2 settembre i reparti della Piave isolano Cannobio, occupando Traffiume (Btg Perotti) e Cannero (Btg Battisti) mentre contemporaneamente il presidio fascista di Intra è impegnato per tutta la giornata dai Garibaldini dell'85a "Valgrande Martire".
Tulle le squadre sono collegate ogni ora via radio dinamo (fatto unico nella storia partigiana almeno nella nostra zona).
Al collegamento radio delle ore 13 il Comando partigiano comunica l'attacco per le ore 13,30 poi alle ore 13,07 la 20 mm di S. Agata apre il fuoco contro un MAS tedesco che passa sul lago davanti a Cannobio.
Sorpresi dall'attacco anticipato tutte le squadre iniziano il fuoco contro gli obiettivi prefissati dopo un'ora la reazione tedesca cessa.
I partigiani della Perotti provenienti da Traffiume iniziano l'attraversamento sul ponte "Ballerino" del torrente Cannobino, quelli della Battisti occupano il posto di Blocco tedesco in località Amore e si piazzano sopra la sottostante caserma tenuta dai militi della confinaria che non accettano la resa.
Gli altri partigiani della Battisti premono verso il centro paese nei pressi della Chiesa raggiunti poi dai partigiani della Perotti.
Tramite il parroco di Cannobio inizio sul sagrato della Chiesa le trattative di resa, ho impressa davanti agli occhi quella scena: un soldato tedesco con tanto di elmetto sorregge una bandiera bianca e il comandante del presidio tedesco in perfetta uniforme con guanti bianchi, è sull'attenti e mi saluta militarmente mentre io in calzoncini corti rispondo al saluto.
Le modalità di resa vengono accettate. I tedeschi si arrendono a patto che l'intero presidio tedesco venga accompagnato al confine svizzero per chiedere asilo politico Cavallerescamente concedo l'onore delle armi al solo comandante in segno di riconoscimento per la rinuncia della difesa ad oltranza.
Sono le ore 14,55 del 2 settembre '44, il suono delle campane a festa risuona nel borgo liberato tra il tripudio della folla in festa.
Testimonianza di Armando Calzavara (Arca) in
ANIASI A. (A CURA DI), Ne valeva la pena, FIAP/M&B Publishing Milano 1997
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