Il bombardamento di Varzo
Ottobre 1944: la repubblica partigiana dell'Ossola chiude la sua breve entusiasmante esistenza il sabato 14, anche se l'atto finale slitterà poi alla serata del 21 ottobre. Solo allora Giunta di governo e retroguardie partigiane con una faticosa marcia nella neve salgono al Passo San Giacomo in alta Formazza presidiato dai soldati svizzeri. Tutti ottengono asilo nella vicina Confederazione.
Verso le cinque del pomeriggio di quel sabato 14 i primi paracadutisti della RSI entrati nel capoluogo ossolano si schierano nella piazza del municipio, qualcuno sale al primo piano per esporre al balcone una bandiera che il tempo piovoso - nemmeno un refolo di vento - riesce a fare garrire.
Ha guidato la colonna che ha risalito la valle del Toce provenendo da Gravellona-Mergozzo, l'Hauptmann (capitano) der SS-Polizei Fritz Noweck. E' a lui che si deve il merito maggiore di avere portato a buon fine il piano di rioccupazione, nome in codice Vorwärts ("Avanti") elaborato dal ten. col. Ludwig Buch, comandante del 15° reggimento di Polizia-SS, d'ordine del SS-Brigade-Fuhrer Willy Tensfeld, capo del settore antiribelli Ober-Italien West di Monza.
Il colonnello organizza un gruppo di combattimento (Kampfgruppe Buch), circa 5000 uomini compresi i servizi, un coacervo di truppa della RSI e, in quota minore, di tedeschi. Ma questi si portano appresso una sezione di artiglieria (due pezzi da 88) e almeno un aereo da bombardamento leggero che seppur usato col contagocce, un danno lo farà.
(Quel sabato 14, precedendo le colonne in avanzata, l'aereo compie una delle sue parsimoniose missioni, spara qualche raffica sulla città e sulla ferrovia, poi dirige su Varzo. Nella stazione vi sono parecchi fuggiaschi, attendono un treno che li porti a Briga. Al rombo escono sul piazzale, si sparge una voce: sono gli alleati venuti a dar manforte ai partigiani. Quando ci si accorge che sulle ali c'è la svastica, l'aviatore ha già sganciato una bomba, le schegge colpiscono un impiegato delle Poste di Domodossola in attesa del convoglio della salvezza. Morirà il giorno dopo all'ospedale. L'aereo prosegue la sua corsa e sgancia una seconda bomba a Gondo che apre un grosso cratere proprio all'ingresso del paese. Gli svizzeri si affrettano a dipingere sulla strada una grande bandiera, croce bianca in campo rosso).
BOLOGNA P., Gli ultimi giorni della 'Repubblica', in "La repubblica partigiana dell'Ossola" Centro Studi Piero Ginocchi Crodo 2004.
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